Massimo Tallone2 by -

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autore:- [-]
La lingua: ita
Format: epub
editore: -
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo 5

Che la festa cominci

"Carambola?" disse Sandra. Aggrottò la fronte, spinse sui braccioli della sedia a rotelle e sporse la testa per scorgere quel frutto sconosciuto. Il domestico in giacca rossa abbassò il vassoio e mostrò le fette tagliate a stella.

"Pare che portino bene" disse Meotto, avvicinandosi a lei.

"Ormai tu non hai più bisogno della fortuna" disse Sandra, "visto che sei stato eletto".

"C'è sempre bisogno di fortuna" replicò Meotto, guardando in basso.

"Questa piazza non sembra più la stessa. Ve la ricordate un paio di decenni fa?" disse Paolo, il marito di Sandra, avvicinandosi ai due. Dall'attico della casa bianca che chiudeva piazza IV Marzo si scorgevano i dehors affollati. Un ultimo lembo di sole illuminava la cupola del Guarini, sul Duomo, nel cielo turchese.

"Si parlava di fortuna, caro Paolo" disse Meotto, dando un cenno al ragazzo che serviva lo champagne.

"Quella che mi è mancata" sorrise il marito di Sandra, "per diciotto voti...".

"Il prossimo giro tocca a te, ne sono sicuro" disse l'eletto, salutando un gruppo di nuovi arrivati.

"È davvero una bella festa, sei sempre un signore" commentò Sandra, mentre Meotto, scusandosi, si allontanava per ricevere l'onorevole e sua moglie, annunciati da un applauso.

"Diciotto voti" biascicò Paolo, "il primo dei non eletti...". Si appoggiò alla balaustra di pietra, guardò giù e contò diciannove persone a caso.

"Io non ce la faccio, me ne vado" disse Nino, apparso all'improvviso alle spalle dei genitori. Paolo si voltò di scatto e notò l'espressione cupa del figlio. Sandra impresse un angolo alla sedia a rotelle.

"Ma che ti prende?" chiese. "Che cos'hai?".

Nino si ravviò i capelli e scosse la testa.

"Mamma, non ce la faccio a far finta di essere allegro, a sorridere per forza... Questa storia della morte di Pietro mi fa star male... E poi, anche tu, papà... Hai perso. Non dovresti nemmeno essere qui. Sei stato trombato, no? Vado giù, all'osteria che c'è all'angolo".

"Ma Nino, se ti interessa il gossip, qui c'è mezza Torino..." tentò Sandra. Ma il ragazzo sistemò sulla spalla il suo zainetto firmato e se andò con la sua studiata andatura indolente.

"Pare che stiano benissimo con il cioccolato" disse una voce alle spalle di Sandra, che stringeva ancora fra le dita la misteriosa carambola.

"Clara, eccoti qua. Come sei elegante. Ora che sei diventata la moglie dell'eletto non avrai più tempo per noi" disse Sandra, sorridendo.

"Non dire stupidaggini. Abbiamo avuto tanta fortuna" disse Clara, fermando il domestico che zigzagava fra gli ospiti con il vassoio dei dolci.

Poi, all'improvviso, tutto mutò. Un'onda di gelo piombò in casa Meotto. Un mormorio sommesso passò di bocca in orecchio sgretolando sorrisi, mentre il vociare gaio e affettato della festa lasciava il posto a un brusio contratto, i volti scurivano e le mani che correvano ai telefonini.

"La polizia? Qui? Alla festa di Felicino Meotto?".

"Pare che sia arrivato un pezzo grosso. Della Omicidi".

La figura di Bauducco, sgraziata e non a tono nell'abbigliamento, si stagliò sulla porta del terrazzo. Sapeva di aver portato la livida banalità del giorno in quella dimensione festosa. Meotto e sua moglie lo precedevano, seri. Lo condussero da Sandra e Paolo.



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